Ci sono momenti in cui un Paese deve smettere di guardare il dito e iniziare a guardare la luna.
Jannik Sinner è quella luna.
Un talento che brilla nel cielo dello sport mondiale e che, invece di essere celebrato senza riserve, si ritrova spesso al centro di polemiche meschine e sterili.
C’è chi si attacca alla sua residenza a Monte Carlo, chi mette in discussione le sue scelte di carriera, chi perfino lo vorrebbe incatenato a un’idea di “patriottismo fiscale” che poco ha a che vedere con la realtà globale dello sport professionistico.
Ebbene, a questi critici io lo dico chiaro: una sonora pernacchia.
Perché Sinner non è una dichiarazione dei redditi, non è un commercialista da tavola calda, non è un paragrafo di legge. È un campione che scrive storia. È un ragazzo che con il talento, la disciplina e la sua educazione rappresenta il meglio dell’Italia nel mondo.
E davanti a questo, le tasse non sono che polvere.
Prima di Sinner: un tennis italiano in ombra
Per capire il fenomeno Sinner bisogna guardare a quello che c’era prima.
Il tennis italiano ha avuto momenti di gloria: Nicola Pietrangeli negli anni ’60, Adriano Panatta negli anni ’70 con il trionfo al Roland Garros e la Coppa Davis del ’76, Francesca Schiavone con lo storico successo a Parigi nel 2010.
Eppure, il tennis nel nostro Paese è sempre rimasto sport di nicchia, con momenti isolati di popolarità e un seguito che raramente travalicava la cerchia degli appassionati.
Per decenni siamo rimasti dietro le quinte, mentre altri Paesi producevano campioni in serie, capaci di monopolizzare titoli e riflettori.
Poi è arrivato Jannik.
L’esplosione dell’effetto Sinner
Dal 2020 in avanti, con la sua ascesa silenziosa e costante, il tennis in Italia ha cambiato volto.
- Bambini che chiedono la racchetta per Natale “perché voglio essere come Sinner”.
- Genitori che si avvicinano ai circoli locali.
- Ragazzi che si sfidano nei campi di periferia, imitando i suoi colpi.
- PayTV che registrano abbonamenti record quando c’è lui in campo.
Non è solo sport: è cultura, è identità collettiva.
L’Italia che scopre di avere un campione numero 1 al mondo in uno sport globale.
Le polemiche sulle tasse: una questione di invidia
Viviamo in un Paese che ha un talento particolare: sminuire i propri talenti.
Invece di applaudirlo, c’è chi punta il dito: “vive a Monte Carlo, non paga le tasse qui”.
E allora?
È illegale? No.
È immorale? No.
È diverso da centinaia di altri atleti di sport individuali che fanno la stessa scelta per ragioni logistiche e fiscali? No.
La verità è che Sinner è diventato il simbolo di un’Italia che funziona, che vince, che primeggia. E questo, a molti, dà fastidio.
Si cerca la macchia sul vestito bianco, la sbavatura su un quadro perfetto, il pretesto per spostare la conversazione dal tennis al fisco.
Ma così si perde di vista la grandezza.
Il valore economico di Sinner per l’Italia
Facciamo due conti, tanto per capirci.
Se vivesse in Italia, Sinner pagherebbe al fisco tra i 15 e i 20 milioni di euro annui.
Una cifra enorme per un privato cittadino, certo.
Ma quanto vale davvero per il Paese?
- PayTV: ogni suo torneo porta migliaia di nuovi abbonati. Decine di milioni di euro in più all’anno.
- Club e scuole tennis: tesseramenti cresciuti a doppia cifra. Più iscrizioni, più istruttori, più campi affittati.
- Turismo sportivo: gli Internazionali a Roma e le ATP Finals a Torino hanno numeri record. L’indotto di un evento con Sinner protagonista è stimato in centinaia di milioni.
- Mercato sportivo: racchette, scarpe, palline, borse. L’effetto Sinner è paragonabile a quello che Valentino Rossi generò per la MotoGP.
- Brand italiani: Gucci, Lavazza, Technogym, Alfa Romeo. Quando Sinner alza una coppa, questi marchi viaggiano nel mondo.
Morale: Sinner porta all’Italia, ogni anno, ben più di quanto porterebbero le sue tasse.
Soft power: l’Italia che vince nel mondo
C’è un concetto che spesso sottovalutiamo: il soft power.
Il potere di un Paese di influenzare il mondo attraverso cultura, sport, stile.
Sinner è soft power allo stato puro.
Un giovane del Trentino che diventa icona globale senza mai alzare la voce, senza mai cadere in eccessi, con il sorriso e la compostezza di chi è cresciuto tra le Dolomiti con valori semplici.
È la stessa forza che ha avuto Valentino Rossi per il motociclismo, Roberto Baggio per il calcio, Alberto Tomba per lo sci, personaggi che ho amato, ma mai quanto ho amato Alessandro Del Piero, il mio idolo assoluto.
Solo che oggi l’eco è ancora più grande, perché viviamo in un’epoca in cui ogni colpo di racchetta diventa virale sui social.
Un campione di stile
In un mondo sportivo dove gli scandali, le provocazioni e gli eccessi sono all’ordine del giorno, Sinner è l’anti-divo.
- Non alza mai la voce.
- Non cerca risse mediatiche.
- Non si atteggia a star.
- Ringrazia sempre, vince con umiltà e perde senza scuse.
È un ragazzo normale che fa cose straordinarie.
E questa normalità lo rende ancora più speciale.
I giovani e l’ispirazione
Se chiedi oggi a un bambino italiano chi vuole diventare da grande, la risposta non è più solo “calciatore”.
Sempre più spesso è “vorrei giocare a tennis come Sinner”.
Questo spostamento culturale è epocale.
In un Paese che da sempre vive di calcio, Sinner ha portato il tennis nel cuore della gente comune.
Ed è una ricchezza immateriale incalcolabile: più ragazzi che praticano sport significa più salute, più disciplina, più educazione al sacrificio.
Il confronto con altri campioni
Ogni epoca ha avuto il suo simbolo:
- Valentino Rossi: ha creato un movimento planetario nella MotoGP.
- Roberto Baggio: ha incarnato la poesia del calcio italiano.
- Alberto Tomba: ha fatto amare lo sci anche a chi non aveva mai visto la neve.
Oggi, Jannik Sinner è tutto questo per il tennis.
Ed è un simbolo di un’Italia che si rinnova, che trova nel silenzio e nella concretezza la sua forza.
Perché chi lo critica sbaglia tutto
Alla fine, la verità è semplice:
- Sinner non deve nulla all’Italia in termini fiscali, perché la sua scelta è legittima e comune.
- Ma l’Italia deve molto a lui, in termini di immagine, economia e orgoglio.
- E chi lo attacca sulle tasse dimostra di non capire né lo sport né l’economia né la cultura.
Criticare Sinner per la residenza fiscale è come criticare Leonardo da Vinci perché non pagava l’IMU sulla Gioconda.
Perché ho scritto questo articolo
Perché Jannik mi ha catturato nel cuore, nel profondo.
Lo ritengo uno straordinario campione che fa di lavoro, dedizione e passione i suoi motti personali.
Mi ha avvicinato al tennis, che prima guardavo quasi con noia e superficialità.
Mi ha fatto riscoprire la passione, l’attesa dell’evento e l’ansia per il risultato mentre si svolge la partita.
È il mio nuovo Del Piero!
Oddio… no, non sarà mai come Alessandro, perché io mi ricordo di Alessandro Del Piero e di quello che mi ha fatto vivere, vedere e provare.
Però ci si avvicina molto, l’ho già scritto sopra. È un ragazzo pulito, semplice, intelligente, bravo in quello che fa e che è quello che è, senza inutili costrutti e finzioni di contorno.
Grazie, Jannik
Grazie per averci ridato la voglia di sognare.
Grazie per averci riportato a tifare davanti a una racchetta e non solo a un pallone.
Grazie per aver dimostrato che il talento, unito al sacrificio e all’umiltà, può portare un ragazzo delle Dolomiti sul tetto del mondo.
A chi ti critica, dedichiamo un lungo applauso… e una pernacchia liberatoria.
A te, invece, un grazie che vale più di ogni tassa.
FAQ su Jannik Sinner e le polemiche
1. Perché Jannik Sinner vive a Monte Carlo?
Perché è logisticamente comodo per un tennista e, come molti atleti, beneficia di un regime fiscale più leggero.
2. È illegale che non paghi le tasse in Italia?
Assolutamente no: è tutto regolare e trasparente.
3. Quanto vale Sinner per l’Italia?
Il suo valore d’immagine e indotto economico supera di gran lunga l’ipotetico gettito fiscale che lo Stato italiano incasserebbe.
4. Quanti soldi genera Sinner?
Tra premi, sponsor e indotto, parliamo di centinaia di milioni di euro all’anno.
5. Quali brand italiani sponsorizza Sinner?
Gucci, Lavazza, Technogym, Alfa Romeo e altri.
6. Quante persone hanno iniziato a giocare a tennis grazie a lui?
Le iscrizioni ai circoli italiani sono cresciute a doppia cifra negli ultimi anni.
7. È vero che ha “snobbato” la Davis Cup?
Ha fatto delle scelte professionali, legittime per gestire la sua carriera.
8. Cosa rappresenta per i giovani italiani?
Un modello di talento, sacrificio e disciplina, lontano dagli eccessi e vicino ai valori sportivi.
9. Cosa guadagna l’Italia grazie a Sinner?
Turismo sportivo, consumi, immagine internazionale e orgoglio nazionale.
10. Qual è la vera eredità che ci lascerà?
Un’Italia che crede di più in se stessa.
Fonti e approfondimenti
- ATP Tour – Profilo ufficiale di Jannik Sinner
- La Repubblica – Tennis, il fenomeno Sinner e il boom dei tesserati
- Il Sole 24 Ore – Quanto vale il brand Jannik Sinner
- Gazzetta dello Sport – Gli Internazionali d’Italia e l’effetto Sinner
- Corriere della Sera – Sinner e il tema tasse: perché vive a Monte Carlo
- Federazione Italiana Tennis e Padel – Dati tesseramenti
- The Guardian – Jannik Sinner, Italy’s tennis star inspiring a nation
- Sky Sport – Ascolti record grazie a Sinner
- Forbes – Earnings and sponsorships of Jannik Sinner
- ANSA – ATP Finals Torino, record di pubblico e indotto economico

