Proprio per questo, quando leggo certi titoli sensazionalistici che sembrano voler demolire in blocco la mobilità elettrica, mi viene naturale fare un passo indietro e chiedermi: ma quanto c’è di vero? E quanto invece è solo una narrazione costruita ad arte?
In questo articolo voglio fare chiarezza, dati alla mano, su cosa davvero inquina nelle auto elettriche, quali sono le accuse più frequenti, e perché – nonostante tutto – restano una delle migliori scelte che possiamo fare oggi. Parliamone, con calma.
Ma davvero le auto elettriche inquinano più di quelle a benzina?
Il punto da cui è partito tutto è un articolo che parlava di uno “studio europeo” secondo cui le auto elettriche sarebbero responsabili di una quota altissima di inquinamento da usura di freni, pneumatici e asfalto. Il titolo? Di quelli che catturano l’attenzione e scatenano dubbi:
(Ti avviso: il tono è decisamente sensazionalistico. Se decidi di leggerlo, fallo con spirito critico.)
Secondo l’articolo, le auto elettriche, essendo più pesanti, sarebbero ancora più inquinanti delle tradizionali. Ed è qui che qualcosa comincia a non tornarmi…
Quando una verità parziale diventa una bugia intera
Sì, le auto elettriche sono in media più pesanti, principalmente a causa delle batterie. Ma questo non significa automaticamente che “inquinano di più”.
Per esempio, l’usura dei freni è nettamente inferiore nelle auto elettriche, grazie al sistema di frenata rigenerativa. Io stesso, guidando ogni giorno in città e su strada, mi accorgo di quanto poco uso il pedale del freno: gran parte del rallentamento avviene automaticamente quando alzo il piede dall’acceleratore.
In più, molti studi seri, realizzati con criteri scientifici, dimostrano che sul ciclo di vita completo – produzione, uso, smaltimento – un’auto elettrica emette meno CO₂ rispetto a un’auto a benzina o diesel, anche considerando l’energia necessaria per produrre le batterie.
Questi dati, però, nell’articolo non ci sono. Non si cita alcuna fonte indipendente, non si confrontano scenari, non si fa alcuna distinzione tra i vari tipi di emissioni. Si lascia solo passare l’idea che l’elettrico sia un bluff.
Il sensazionalismo come forma di disinformazione
Il problema, secondo me, non è tanto il fatto che si mettano in discussione alcune criticità delle auto elettriche – ben venga, anzi! – ma il modo in cui viene fatto. Parlare di “scandalo” o “crollo delle certezze” suona molto più come una strategia per creare scalpore, che come un tentativo serio di analizzare la realtà.
E in un’epoca in cui molte persone sono ancora incerte, in bilico tra il desiderio di cambiare e la paura dell’ignoto, questo tipo di articoli fa danni enormi. Alimenta il dubbio, ma non aiuta a risolverlo. Anzi, finisce per far comodo a chi ha tutto l’interesse a rallentare la transizione ecologica.
Le auto elettriche non sono perfette. Ma sono un passo avanti
Sia chiaro: nessuno dice che l’auto elettrica sia la panacea di tutti i mali. C’è ancora molto da migliorare: le batterie vanno rese più sostenibili, la filiera deve diventare più trasparente, la rete di ricarica più capillare.
Ma da qui a dire che “inquinano di più” o che “non ha senso passare all’elettrico” ce ne passa. Io, da utilizzatore quotidiano, posso dire che l’esperienza è migliorativa sotto ogni punto di vista, non solo ambientale. Silenzio, fluidità, costi di rifornimento ridotti, zero puzza e fumo. Una volta che ti abitui, tornare indietro è impensabile.
Conclusione: fermiamoci a ragionare, senza ideologie
La questione dell’inquinamento delle auto elettriche non va banalizzata. Servono discussioni serie, dati chiari, confronto aperto. Ma tutto questo viene reso difficile quando si usano titoli roboanti per fare leva su dubbi legittimi e trasformarli in paure irrazionali.
Io guido un’auto elettrica da un anno e mezzo, e lo rifarei domani, senza esitare. È stata una scelta consapevole, maturata con la testa, e che col tempo mi ha anche fatto scoprire il piacere di una mobilità più pulita, più silenziosa e più intelligente.
Non pretendo di avere la verità assoluta in tasca, ma una cosa la posso dire con certezza: demonizzare l’elettrico sulla base di mezze verità non aiuta nessuno. Serve invece parlare con equilibrio, guardare al futuro con pragmatismo e lasciarsi guidare dai dati, non dalla paura.
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